Ferramonti il campo sospeso (Italia) 65′

Autore

Cristian Calabretta

Brevi note biografiche

Nasce a Cosenza il 21 Maggio 1976.

Dopo gli studi classici, consegue a Bologna nel 1999 il Diploma di Regia e Produzione video girando il mediometraggio “Zone D’ombra”.

Nel 2001/2002 è Art Director presso l’emittente Regionale Teleuropa Network dove scrive e dirige 25 spot pubblicitari.

Nel 2003 gira il cortometraggio “Buon Appetito”, tratto dall’omonimo racconto breve di Roberto Salvidio.

Nel 2004 scrive e dirige il corto “In viaggio con Roby”.

Nel 2005 è aiuto regista per il documentario “Fuori dal sogno” di Gerardo Celi.

Nel 2006 dirige lo spettacolo teatrale “Il Gabbiano Jonathan Livingston”.

Nel 2007 consegue un Master come aiuto regista e dirige il corto “La Stanza”, poi è assistente alla regia nel cortometraggio “Eve – Vigilia” di Luca Palmerini.

Dal 2008 al 2010 è aiuto regista per lo spettacolo teatrale “Il Marchese del Grillo”, diretto ed interpretato da Pippo Franco.

Nel 2009 dirige il cortometraggio “U.T.O.” che partecipa al 48hr Film Festival.

Nel 2011 è aiuto regista nel cortometraggio “Struzzo!”, regia di Alessandro de Cristofaro.

Nel 2012 è co-sceneggiatore del cortometraggio “Golpe all’alba D.O.C.”, regia di Cristiano Ventura.

Descrizione dei contenuti dell’opera

Ferramonti: Il campo sospeso, è un film documentario che parla del principale campo d’internamento voluto dal regime fascista tra il giugno e il settembre 1940, all’indomani dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, dove vennero rinchiusi ebrei, apolidi e slavi. Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex-internati rimasero a Ferramonti anche negli anni successivi e il campo fu ufficialmente chiuso solo l’11 dicembre 1945. Partendo dal giorno della memoria che viene celebrato ogni anno per commemorare le vittime del nazionalsocialismo, del fascismo e dell’Olocausto, in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati, il documentario si snoda attraverso un accurata ricostruzione dei fatti. Dalla scelta del luogo dove far sorgere il campo fino alla sua costruzione, dalla vita regolamentata che si svolgeva all’interno di esso, ai rapporti che intercorrevano fra prigionieri di etnie diverse, passando per le testimonianze di storici, superstiti e documenti originali, (c’è anche un filmato originale del campo girato da un operatore militare inglese in possesso dell’Imperial War Museum di Londra) la volontà è quella di approfondire l’argomento in tutte le sue particolarità per dare un quadro il più realistico possibile di una periodo lontano nel tempo e nello spazio, ma che fa parte di una storia mai dimenticata.

Motivazione scientifica

“L’Italia è un Paese di contemporanei, senza antenati né posteri, perché senza memoria di sé stesso”Ugo Ojetti
Il progetto di un documentario sulla storia del campo di Ferramonti nasce proprio da questa necessità. Recuperare un pezzo di memoria di questo Paese, avvolto e nascosto tra le pieghe della Storia.
L’Istituzione dei campi d’internamento in Italia, evento emblematico che rappresenta la discriminazione razziale dell’epoca fascista, è un evento poco trattato in Italia, a molti anche sconosciuto.
Ciò è dovuto, in parte all’impietoso confronto che viene fatto automaticamente con i ben più famosi Campi di Sterminio Nazisti, ed in parte alla quasi tacita volontà di non approfondire in maniera esauriente un argomento complesso e spinoso dell’Italia dell’epoca. Un paese dilaniato dalla guerra, ridotto a macerie e vittima di continue e vergognose ingiustizie. A tutto questo non è mai stato dato il giusto risalto.
Sintomatico il fatto che – nonostante i libri pubblicati da Carlo Spartaco Capogreco, Francesco Folino e Mario Rende – negli anni nessuno Storico accademico abbia voluto cimentarsi nella ricostruzione della “vicenda Ferramonti”. Il documentario parte da questo punto. Dal luogo dove sorgeva il campo, oggi quasi invisibile, alle testimonianze, i documenti, le foto, e persino l’eredità di quel periodo di prigionia. Una ricostruzione che ha l’intento, a 70 anni esatti dalla liberazione avvenuta nel 1943, di fornire allo spettatore un interessante e dettagliato spaccato storico, guidandolo alla riscoperta di un patrimonio culturale che, nel bene e nel male, va conosciuto. Perché non si può essere consapevoli del domani, se non si conosce il proprio passato……