Tra due nemici (Italia) 28′

Autore

Antonio Riccio, Marco Marcotulli

Brevi note biografiche

Antonio Riccio, etnoantropologo e direttore scientifico del Museo della Pietra di Ausonia (FR) ha collaborato alla realizzazione di video etnografici finanziati dal sistem a Demos della Regione Lazio su grandi feste religiose del Lazio: Il Pellegrinaggio alla Madonna di Canneto (FR); L’Infiorata di Genzano (Roma); La Processione dei Ceri nella Festa di Sant’Antonio a Rieti; La Festa della Madonna Santissima del Monte a Marta (VT) e su saperi e pratiche tradizionali: “Italotto glò callalaro. Un artista del rame a Roccagorga”, 2004. Ha realizzato una esposizione museale (“Storie come pietre, 2010), un video etnografico con M. Marcotulli (“Tra due nemici. La memoria della seconda guerra mondiale nei Monti Aurunci”, 2010) ed un testo (A. Riccio, “Etnografia della memoria: storie e testimonianze del secondo conflitto mondiale nei monti Aurunci”, Kappa, 2008), sul tema della memoria sociale della guerra in Basso Lazio. Per dare valore e rilevanza etnografica a questo patrimonio nascosto ha realizzato performance pubbliche (Reading della memoria, 2007-2011) in varie località del Lazio, oltre a saggi ed interventi a Convegni.

Descrizione dei contenuti dell’opera

Il DVD è costituito da un’introduzione, un filmato principale della durata di 27,30 minuti e da quattro brevi filmati di approfondimento sul fenomeno. Si tratta del social remembering della seconda guerra mondiale così come è conservata nel territorio dei Monti Aurunci, nel basso frusinate che – com’è noto – è stato teatro dell’offensiva alleata contro la Linea Gustav. Il fronte venne conquistato nel maggio del 1944, dopo oltre otto mesi, con ingenti perdite militari e civili che colpirono anche le popolazioni aurunche (ancora oggi dette “comunità del martirologio”) con distruzioni e violenze compiute dalle truppe tedesche prima e dalle truppe marocchine poi. Quest’ultima esperienza ha lasciato una memoria traumatica ancor oggi viva e sentita. Il filmato riporta narrazioni e testimonianze dei sopravvissuti, con il loro carico di denuncia e di riflessione critica (“noi eravamo tra due nemici”).
I filmati uni-concettuali, accessibili da un menù generale, approfondiscono i modi e le forme locali del ricordare: dalla narrativa orale dei testimoni sopravvissuti ai luoghi della memoria: cimiteri, sacrari e siti monumentali diffusi tra Basso Lazio, Campania e Molise; dal fenomeno dell’ “archeologia spontanea” , il collezionismo di reperti bellici praticato da giovani reenactors, portatori di nuova memoria, alle forme artistiche ed espressive praticate da artisti locali ed attori che danno voce, rappresentazione ed interpretazione, ad un passato creativamente elaborato come risorsa (anche identitaria) per il presente ed il futuro.

Motivazione scientifica

L’opera nasce dal lavoro di ricerca etnografica sulla memoria sociale della guerra nel Basso Lazio che Antonio Riccio, etnoantropologo e direttore scientifico del Museo della pietra di Ausonia (FR), conduce da ormai molti anni (2006). La prima ricerca, condotta nei monti Aurunci (2006-2007), tradotta in un testo (A.Riccio, Etnografia della memoria. Storie e testimonianze del secondo conflitto mondiale nei Monti Aurunci”, Kappa, 2008) ha fatto emergere l’esigenza di una restituzione anche visiva di questo “bene della memoria” a lungo censurato e nascosto. La Regione Lazio ha accolto con sensibilità ed impegno tale esigenza finanziando il video, girato nei Monti Aurunci per la regia di Marco Marcotulli che vi ha portato la sua sensibilità cinematografica ed un formato nuovo ed originale.
La motivazione scientifica è duplice: didattico-museale e cinematografica-scientifica.
La prima si propone di rendere noto e conosciuto ad un vasto pubblico (in specie giovanile) un patrimonio immateriale che restituisce dignità e protagonismo ad intere comunità e ne riconferma, con orgoglio, il sentimento identitario e di appartenenza locale.
La seconda sviluppa le potenzialità del Single Concept Film, derivato dalla cinematografia scientifica introdotta in Italia da Diego Carpitella; la capacità di restituire ad un evento o un fenomeno culturale, consegnato alla dimenticanza o all’irrilevanza, valore, visibilità e complessità critica e problematica, dando corpo a quella missione di patrimonializzazione che i piccoli musei locali svolgono costantemente nel territorio.